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Il Salone Nautico di Venezia

Da Punta Sabbioni a Caorle: dimensioni ed importanza del diporto

La quarta edizione del Salone Nautico si è appena conclusa svelando che, oltre alla volontà di potenza marinaresca del sindaco Luigi Brugnaro, c’è di più, molto di più per la nautica da diporto veneta.
Ci sono 3, 6 miliardi di giro d’affari della nautica di lusso che secondo Alberto Galassi, ad del gruppo Ferretti, potrebbe utilizzare Venezia e l’Alto Adriatico – fino a Trieste, come una Costa Azzurra per milionari del Terzo Millennio. A ben guardare, dice Alberto Galassi, davanti alle spiagge di Lignano e Jesolo, ci sono tanti venti/venticique/trenta metri: un diportismo che potrebbe godere anche di Venezia. Ed è un turismo molto bello, alto spendente, bisogna educare a questa possibilità.
C’è una manifestazione che ha dedicato spazio anche al segmento eco-sostenibile, presentando imbarcazioni a propulsione elettrica, ibrida e a idrogeno e che è stata teatro del primo convegno della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità, che apre nuovi scenari di applicazione su scala industriale della ricerca tecnologica, anche grazie ai 154 milioni di euro di investimenti del gruppo Avm/Actv, per rendere sempre più green la flotta dei vaporetti.
Vi è una rete di partner strategici che accompagnano il sogno a diventare solida realtà: l’Istituto per il Commercio con l’Estero – ICE e Matteo Zoppas che lo presiede; la Marina Militare; l’Università di Venezia; il Consiglio Nazionale Economia Lavoro – CNEL ed il presidente Renato Brunetta; il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ed il ministro Matteo Salvini; la Regione Veneto ed il presidente Luca Zaia.
Anche l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale ha scelto di presentare in anteprima l’app vePORTO, l’unica web app che integra i dati provenienti delle numerose, tante, Autorità competenti sulla laguna.

Il diportismo veneto

In comune col trentunenne Ambrogio Beccaria, l’italiano astro della vela, i diportisti hanno in comune l’idea del mare come fuga dalla terra. Alcuni trasformano il mare nella propria casa e diventano anfibi: non vivono in palafitte ma stagionalmente si trasferiscono sulle barche. I più longevi scelgono di lasciare la terra e ci vivono i loro anni d’argento.
In Veneto questa tribù conta migliaia di nomadi acquatici; di una parte si ha contezza: le patenti nautiche complessive, ovvero nuove e rinnovate, entro ed oltre le 12 miglia nautiche, censite dal Ministero dei Trasporti nel 2021, sommano 1855 patentati, in larghissima parte rappresentanti del genere maschile. Le patenti nautiche consentono di condurre una flotta veneta di 4.165 unità da diporto (erano 4.199 nel 1998), il 90% delle quali è a motore.
Trattandosi di una tribù stagionale, per la maggior parte dei giorni, i diportisti veneti stazionano in porti turistici (3684 posti barca), approdi (1239), punti di ormeggio (1362). Il bello del diporto a motore è organizzare scorribande alla ricerca del pasto luculliano di pesce, in cale e calette dell’alto Adriatico, alla fine delle quali si tirano le somme del costo: solitamente interessante per la quantità di pesce divorato, assai meno per il costo del carburante impiegato. Nel 2021, in Italia, sono state cancellate dal registro nautico 3197 imbarcazioni a motore.
I velisti, viceversa, gruppo molto meno numeroso e soprattutto silenzioso, imparano a gestire la paura del fallimento e l’ansia dell’imprevedibile che il mare ti obbliga ad affrontare, attraverso iniezioni costanti e crescenti di adrenalina. E di letture e confronti. E di poesia. Il velista non potrebbe mai uccidere l’albatros. E gli aironi neri che attraversano il cielo indicano loro dove il vento è padrone sul mare.

Dei Porti Turistici e delle comodità

I naviganti cercano i porti per sopperire alle necessità vitali di acqua, rifornimento viveri, carburante, gravi avarie. Ciò che a terra si dà per scontato, in mare è bene scarsissimo ed averlo è un lusso.

I diportisti ricreano artificiosamente l’ambiente “domestico terraneo” anche sull’acqua e, qualora il mare non si presenti con le onde stirate a sufficienza, amano ritirarsi in comodissimi terramare – costruzioni in muratura con affaccio sullo specchio d’acqua e sul molo al quale è fissata l’imbarcazione di proprietà.

Sul tratto di costa da Punta Sabbioni a Caorle, lungo 20 miglia marine, Assonautica – Associazione dei Porti Turistici aderente a Confindustria – conta 9 porti turistici di varia grandezza.

A Cavallino Treporti domina la scena Roberto Perocchio, rappresentante sin dal 1991, dell’Associazione Internazionale dei Porti Turistici con base a Londra. Roberto Perocchio possiede e dirige il Porto Marina del Cavallino – coordinate 45°29’00’’ N – 12°35’01’’ E.
Il porto offre 400 posti barca full service in acqua dolce (è collocato sull’ estuario del fiume Sile) per imbarcazioni fino a 30 metri con presa corrente elettrica, presa d’acqua, impianti antincendio, parcheggi auto e carrelli, servizi igienici, ristorante, piscina, palestra, jet-sky center, piazzola di atterraggio per elicotteri, negozio di accessori nautici, distributore di carburante, appartamenti con piscina, parco privato con campi sportivi.
Vi sono, inoltre, capannoni ed ampi piazzali per il ricovero invernale, officina per l’assistenza meccanica ed elettronica, falegnameria per l’assistenza e la riparazione di scafi d’ogni materiale, travel lift 70 tons, gru 15 tons, carrello semovente 40 tons.

Sempre a Cavallino è presente Marina del Faro, coordinate 45° 28’ 92’’ N 12° 35’ 15’’ E.
Fondata nel 1968, agli esordi del boom del diportismo nautico, Marina del Faro fu la prima forma di business diportistico alternativa e diversa al tradizionale, esclusivo e blasonato circolo velico.

Salone Nautico di Venezia 2023

Divenuta punto di riferimento per tutto l’alto Adriatico, ospitò il cantiere che iniziò la produzione in serie di Armagnac e Cognac (progetti Harlè) tutti rigorosamente in legno, per passare poi alla costruzione di One Off di Sciarelli. Ancor oggi è apprezzata l’abilità delle sue maestranze per il restauro di barche classiche e d’epoca in legno.
Passando davanti al Faro di Jesolo, si scorgono i pennelli e gli alberi delle imbarcazioni ormeggiate al Porto Turistico di Jesolo, rinato nel 2021 per volontà, maggioritaria, dell’imprenditore Marzotto.

Più a nord, risalendo la costa in direzione di Trieste, Marina di Cortellazzo propone il suo modello di nuova darsena turistica: collocata sulla sponda sinistra del fiume Piave, a circa 1.200 metri dall’entrata dal mare, sottoposta ad una recente ristrutturazione offre 124 posti barca per imbarcazioni da 6 fino a 15 metri, su due pontili fissi e due galleggianti.
Il pescaggio massimo richiesto deve essere inferiore a 1 m.

Ad Eraclea, Mariclea Club (coordinate 45° 32’ 41” N – 012° 45’ 26” E, all’ombra della pineta, si aprono al diportista 22.000 metri quadrati di frescura e 200 ormeggi – da 6 a 13 metri di lunghezza – con accesso al mare diretto. Il Circolo Velico Mariclea Club si occupa di attività veliche ed agonistiche all’interno del Mariclea Club.
Base nautica del Circolo Velico. Dal 2007 il Circolo organizza, con il patronato della Federazione Italiana Vela a cui è affiliato, corsi di iniziazione alla vela per ragazzi dai 7 ai 16 anni su derive singole della classe Optimist/Laser e corsi per adulti a partire dai 18 anni su piccole imbarcazioni, avvalendosi di un nutrito gruppo di istruttori e aiuto istruttori.

Più in là, a Caorle, si aprono Marina 4 – diretto da Elena Martino e Darsena dell’Orologio, due luoghi che nell’immaginario degli imprenditori del turismo nautico hanno fatto la storia.
Sono, infatti, le uniche Marine di proprietà: i privati vinsero un lunghissimo e costoso iter legale contro il pubblico che invocava l’inapplicabilità del diritto di proprietà sugli specchi d’acqua. E fu subito leggenda.

La Darsena dell’Orologio è un moderno porto turistico ubicato nel cuore di Caorle.
Offre un approdo sicuro e ridossato, fra Venezia e Trieste, al riparo delle dighe foranee, che ne garantiscono l’accesso anche in avverse condizioni meteo. Ospita 480 posti barca full service, dai 7 ai 22 metri.
E’ una tappa per le imbarcazioni in transito, sia quelle dirette in Croazia, sia per le house boat, trovandosi proprio sulla rete navigabile dei canali interni della Litoranea Veneta.

Il cantiere dell’Orologio è uno dei più rilevanti della costa: 3.500 metri quadrati coperti per il rimessaggio, travel lift capace di 100 tonnellate, altezza utile di 10 metri, bacino di alaggio di 40 per 10 metri.

Marina 4 offre 450 posti barca full-service in acqua e 80 posti barche a terra alla foce del fiume Livenza, ormeggiati lungo 13 pontili.
Polo nautico di riferimento per diportisti e pescatori nei servizi di manutenzione, rimessaggio e lavorazioni su barche fino a 40 tonnellate, 45 posti in capannone, 35 posti in piazzale.

Al riparo dei canali scavati dall’uomo veneto secentesco, fra le barene, fioriscono per concessione demaniale realtà amatoriali accoglienti le forme di diportisti più sauvage.
Ne è esempio per tutti il Molo alle Palme lungo il Canale Casson a Cavallino Treporti, dove l’omonima Associazione Nautica ha ridonato la percezione di borgo marinaresco ad un’area che l’impresa Sacaim – grandi opere e restauro della Fenice- aveva, vent’anni addietro, contribuito a ripulire e riqualificare. Su queste rive, a dieci miglia dal Mose, un tempo fluivano i traffici di granaglie da Treviso a Venezia.
Oggi cormorani e garzette osservano con distacco naviganti frettolosi, mentre chi conosce il mare e il vento attende il momento per riempire la vela e rompere l’onda.

di Sabrina Danieli Franceschini